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06.08.2019

Cechi prudenti sull’arrivo dei lavoratori dall’estero

Sebbene la disoccupazione continui a essere la più bassa in tutta l'Unione Europea, l'opinione pubblica ceca è prudente sulla politica migratoria per attirare nel Paese nuovi lavoratori dall'Ucraina e da altri paesi non comunitari. Lo rileva uno studio dell'agenzia demoscopica Stem/Mark.

A essere particolarmente criticate sono alcune misure dell'ultimo pacchetto legislativo. Oltre il 57 percento dei cechi si dice contrario al raddoppio delle quote di entrata dall'Ucraina, che in autunno dovrebbero passare a 40.000 visti di lavoro all'anno. Si dice d'accordo con la misura poco più di un quarto dell'opinione pubblica ceca. Oltre il 72 percento dei cechi rifiuta anche un'altra norma chiave: il salario minimo garantito aumentato di almeno il venti percento per chi viene assunto tramite il programma Režim Ukrajina. Circa il 25 percento dei cechi si dice invece d'accordo a patto che la norma non danneggi i lavoratori autoctoni. In questo caso il parere prevalente dell'opinione pubblica coincide con quello di molti imprenditori. Soprattutto i titolari di piccole e medie imprese rifiutano la norma presentata dall'Unione del Trasporto e dell'Industria ceca per ammorbidire la posizione dei sindacati, tradizionalmente poco entusiasti dell'arrivo dei lavoratori non comunitari.

L'esperienza diretta dei cechi con lavoratori esteri, che ormai rappresentano oltre il dieci percento della forza lavoro attiva, è sempre più ricorrente. Circa un terzo dei dipendenti cechi dichiara di lavorare in un'azienda con la presenza di dipendenti esteri. Tuttavia il settanta percento dei cechi non considera come stranieri gli slovacchi, che con circa 191.000 lavoratori sono il gruppo più numeroso di dipendenti esteri in Repubblica Ceca.

Fonte: www.idnes.cz

Fonte fotografia: Pixabay

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