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29.10.2019

Self-scheduling, nuovo approccio alla pianificazione dei turni targato Déhora

Cambiare la tipologia di approccio alla pianificazione dei turni può portare potenzialmente alle aziende numerosi benefici: dalla maggiore soddisfazione dei dipendenti e maggiore stabilità dell'organico, fino all'aumento della produttività del lavoro. La società Déhora ha messo a punto un sistema che coinvolge direttamente i dipendenti nella pianificazione dei turni. Ne abbiamo parlato con Nunzio Totaro, managing director di Déhora Central Europe.

Dott. Totaro, per quali motivi un'azienda industriale ceca dovrebbe scegliere Déhora per rivoluzionare il proprio sistema di pianificazione dei turni?

«Déhora è l'unica società attiva sul mercato ceco ad avere un know-how concreto in questo campo. La società è da trent'anni attiva nel Benelux, dove i nuovi metodi di pianificazione dei turni sono molto richiesti dalle aziende. In Repubblica Ceca, invece, si è solo agli inizi, in quanto, sotto questo aspetto non è cambiato quasi nulla negli ultimi venti - trent'anni. Déhora non è solo un'azienda di consulenza, in quanto fornisce alle imprese anche i servizi di pianificazione. Questo è molto utile, dato che negli organici delle aziende ci sono delle indecisioni per quanto riguarda la pianificazione continua dei lavoratori, che non è di competenza completa né del dipartimento HR né di quello della produzione».

Uno dei principali prodotti di Déhora è il sistema di self-scheduling dei turni. Può spiegarci i principi cardine?

«Grazie al sistema di self-scheduling sono i dipendenti a stabilire i loro turni. Questo è un grosso cambiamento rispetto all'organizzazione precedente, dove era il datore di lavoro a stabilire da solo chi e quando doveva lavorare. Il sistema di self-scheduling è organizzato in tre fasi. Nella prima fase, che parte in anticipo di diversi mesi rispetto al mese in pianificazione, il dipendente scegli i suoi turni senza conoscere le preferenze dei suoi colleghi. Nella seconda fase, i dipendenti confrontano le loro scelte e le modificano, affinché i turni siano tutti occupati. Nella terza fase, intervengono i pianificatori per risolvere gli ultimi problemi rimasti, che in media non rappresentano più del 10% dei casi. L'azienda ovviamente può stabilire in partenza le regole che derivano dalla sua produzione, ad esempio, un numero minimo di turni di fine settimana in un mese. Inoltre, il sistema prevede l'assegnazione di punti-bonus ai dipendenti che si mostrano più flessibili nelle loro scelte. I punti possono poi essere convertiti in bonus materiali o in diritti di veto sullo spostamento dei turni, da usare nei casi in cui il dipendente ne avesse bisogno».

Le aziende industriali ceche sono sotto pressione a causa della mancanza dei dipendenti e spesso devono ricorrere ad ore di straordinario per completare tutti gli ordini. Questo nuovo metodo non rischia di rendere gracile il loro sistema interno?

«Assolutamente no. Il sistema rende più flessibile ed efficiente la pianificazione dei turni. Nelle aziende in cui è stato implementato, abbiamo notato una maggiore partecipazione al lavoro, ad esempio tramite il calo dei tassi di malattia. In questo modo diminuisce anche il numero di ore di straordinario. Per i dipendenti il sistema dei turni diventa più sopportabile. Tra le richieste espresse fortemente dai dipendenti c'è proprio la possibilità di influenzare il proprio orario di lavoro. Il sistema di self-scheduling può, quindi, diventare un fattore di attrazione e di mantenimento del personale molto importante in un mercato del lavoro molto competitivo».

Quali aziende sono adatte per l'implementazione del sistema di self-scheduling?

«Tutte le aziende che sono attive su più turni possono potenzialmente far uso del nostro sistema. Per il sistema sono migliori gli organici numerosi, in quanto c'è maggiore possibilità che i dipendenti esprimano opzioni complementari nella pianificazione dei turni. Attualmente, in Repubblica Ceca, collaboriamo e stiamo implementando il sistema in aziende con più di 500 dipendenti. Si tratta soprattutto di aziende multinazionali, dove spesso sono presenti manager che sono più aperti alle novità. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere anche le aziende ceche, che per ora sembrano più restie ad adottare un nuovo approccio».

Fonte: Camic

Fonte fotografica: Camic

 

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