L'avvocato Jana Fráňová compie 30 anni di attività legale. Assieme al suo studio si occupa principalmente di diritto commerciale, diritto di famiglia e protezione dei dati personali, con uno sguardo particolare sull'Italia.
Quest’anno lei e il suo studio legale festeggiate 30 anni di attività. Quali sono stati i momenti salienti della sua carriera e quali sono le sue prospettive per il futuro?
Penso che nella professione di avvocato non si possa parlare di tappe fondamentali. Non sarebbe corretto nei confronti dei clienti confrontare il grado di successo o l'importanza dei singoli casi, e spesso non è nemmeno possibile farlo in modo oggettivo. Ho portato a termine con successo cause difficili e importanti, ad esempio nel campo del diritto dei media e della tutela della personalità, nel diritto commerciale e di famiglia, a cui mi dedico da sempre. Ho inoltre fornito consulenze legali in importanti transazioni commerciali. Per me sono sempre fondamentali la soddisfazione del cliente e la fiducia reciproca: un rapporto positivo con il cliente in un percorso comune verso l'obiettivo. Forse si potrebbe dire che la scelta della professione di avvocato è stata la tappa fondamentale della mia vita, ma questa decisione è stata presa subito dopo la laurea in giurisprudenza. Non ho mai rimpianto questa scelta; al contrario, il mio lavoro mi soddisfa e mi appassiona. Mantenere questo modus operandi è probabilmente anche la mia prospettiva per il futuro.
Lei ha studiato anche in Italia. Che importanza ha l'Italia nella sua professione legale?
L'Italia ha una grande importanza non solo nella mia professione di avvocato, ma anche nella mia vita in generale. È la mia seconda casa, anche se non ho legami familiari diretti con l'Italia. Ho svolto diversi soggiorni di studio di breve durata in Italia, ma i miei primi contatti con il mondo giuridico italiano risalgono agli anni degli studi, quando, dopo la rivoluzione del 1989, ho avviato per la nostra facoltà di giurisprudenza (Università Carlo IV) contatti con università italiane e organizzavo, ad esempio, scambi studenteschi con la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Perugia. Ho scritto la mia tesi di laurea nel 1992 sul tema della regolamentazione giuridica delle società commerciali in Italia e, all'epoca in cui non era ancora disponibile Internet, ho potuto avvalermi di preziose fonti e consulenze fornite dai professori delle facoltà di giurisprudenza dell'Università La Sapienza di Roma e dell'Università di Perugia. Fin dall'inizio ho cercato di instaurare legami professionali con l'Italia e, nell'ambito della mia pratica professionale, ho sempre cercato contatti di lavoro con l'Italia. Per fortuna, nella mia professione riesco da tempo a mantenere un’agenda legale con attività legate all’Italia.
I sistemi giuridici dei paesi europei sono sempre più armonizzati. Permangono tuttavia differenze significative nella cultura giuridica tra la Repubblica Ceca e l'Italia?
Le radici e lo sviluppo delle culture giuridiche dei due paesi sono stati fondamentalmente diversi per molte ragioni, ma oggi non vedo differenze sostanziali nella cultura giuridica tra i due Stati. Naturalmente esistono ancora grandi differenze nella regolamentazione di singole istituzioni e nella loro applicazione, così come nella prassi dei tribunali. A volte percepisco anche una differenza nel ritmo di armonizzazione con le norme europee, dove mi sembra che la Repubblica Ceca sia talvolta più veloce. Tuttavia, non sono a conoscenza di differenze significative tra le due culture.
Il vostro studio legale è membro dell'Associazione per la protezione dei dati personali. A che punto è la protezione dei dati dopo l'adozione del tanto discusso GDPR? E le aziende ceche hanno difficoltà a soddisfare tutti i requisiti di legge?
L'Associazione per la protezione dei dati personali funge principalmente da piattaforma per lo scambio di esperienze nel campo della protezione dei dati personali in diversi settori imprenditoriali e per la condivisione di opinioni specialistiche. Il GDPR è stato un regolamento rivoluzionario, complesso e rigoroso, la cui applicazione iniziale ha sollevato una serie di interrogativi, questioni controverse e spesso anche malcontento. Secondo la mia esperienza, gli esperti del settore hanno accolto favorevolmente questa normativa; la protezione dei dati personali è oggi una parte importante della compliance aziendale e gli operatori economici responsabili si sono adeguati. Tuttavia, nella vita quotidiana continuiamo a riscontrare casi di trattamento illecito o scorretto dei dati personali. Purtroppo, a causa della dinamicità dello sviluppo tecnologico, spesso non è possibile indagare su tali violazioni, né tantomeno sanzionarle.
Lei è anche arbitro presso il Tribunale Arbitrale della Camera di Commercio della Repubblica Ceca e della Camera Agraria della Repubblica Ceca. Secondo lei, come si sta affermando questa forma di risoluzione extragiudiziale delle controversie?
L'arbitrato non è un istituto del tutto classico di risoluzione extragiudiziale delle controversie. Anche in questo caso viene presentata una querela, e il risultato del procedimento è un lodo arbitrale che ha valore esecutivo. Rispetto al procedimento giudiziario ordinario, l'arbitrato offre alle parti in causa la possibilità di risolvere la controversia in modo efficace e rapido, con conseguente maggiore certezza giuridica e risparmio sui costi del contenzioso. Nella Repubblica Ceca e nel mondo, il procedimento arbitrale vanta una lunga tradizione e, soprattutto nell'ambito del diritto commerciale con elementi internazionali, è uno strumento molto apprezzato per la risoluzione delle controversie.