I sindacati riuniti nella principale confederazione ČMKOS chiederanno nelle trattative contrattuali aumenti di stipendi tra il 6 e il 7%. Lo ha annunciato durante il meeting annuale dei sindacalisti delle singole federazioni il presidente di ČMKOS, Josef Středula.
Secondo il parere fornito dai sindacati, la convergenza salariale tra la Repubblica Ceca e gli stati dell'Europa occidentale – Germania e Austria in primis -, non sta avanzando ad un ritmo sufficiente. Una crescita di retribuzioni tra il 6 e il 7% dovrebbe garantire una convergenza reale. «Non si tratta di un ultimatum - ha dichiarato Středula davanti alla platea di 1500 sindacalisti arrivati a Praga - Vogliamo che le imprese continuino a investire e fare utili, ma vogliamo che i dipendenti e le loro famiglie abbiano una parte di questi utili». Tra le altre rivendicazioni sindacali per il prossimo anno ci sono l'estensione del periodo delle ferie a cinque settimane o la riduzione dell'orario settimanale di lavoro a 37,5 ore a parità di salario. Nelle trattative con il governo sull'aumento del salario minimo, la ČMKOS chiede un crescita di oltre il 10% che arrivi a quota 15.000 corone.
Le richieste salariali avanzate dai sindacati sono state bocciate dalla Camera di Commercio Ceca, la principale associazione dei datori di lavoro nel paese. La Camera fa notare che i salari hanno continuato a crescere fortemente negli ultimi anni, a causa della situazione sul mercato del lavoro con un aumento complessivo di quasi un terzo nell'arco degli ultimi quattro anni. «L'influenza delle attività dei sindacati sulla crescita dei salari è secondo i nostri dati quasi nulla», afferma la Camera di Commercio Ceca. Tuttavia, in alcune piattaforme sindacali, ad esempio nelle grandi imprese dell'industria automotive, le pressioni sindacali sono servite ad ottenere aumenti ben superiori alle proposte iniziali.
Fonte: www.ceskenoviny.cz
Fonte fotografia: ČMKOS
