Resultati di ricerca...
  • cs
  • it
close

Login

News

14.09.2016

Il mercato del lavoro: i salari continuano a crescere

Il mercato del lavoro ceco continua a godere di buona salute. Lo indicano gli ultimi dati sull’andamento dei salari e sul tasso di disoccupazione.

Nei primi sei mesi dell’anno il salario medio mensile lordo è cresciuto del 4,2% arrivando a quasi 26.900 corone ceche. Una crescita confermata anche nel secondo trimestre, quando la remunerazione da lavoro dipendente è aumentata del 3,9% toccando una media di 27.297 corone ceche. Il salario medio, che elimina l’effetto delle remunerazioni più basse e quelle più alte, è cresciuto del 4,5% e ammonta a poco più di ventitremila corone mensili lorde. “La dinamica di forte crescita dei salari è cominciata già nella seconda metà del 2015 e sicuramente è destinata a durare anche nei prossimi mesi dell’anno”, sottolinea Carlo Albanese dell’agenzia d’impiego GI Group.

La crescita salariale è certamente sospinta dall’economia, i cui tassi di crescita sono negli ultimi anni tra i più alti in Europa. Inoltre il Governo ha deciso una serie di aumenti salariali nel settore pubblico, grazie ai quali il gap tra la crescita delle remunerazioni nel settore privato e nella pubblica amministrazione rimane molto ridotto. “La crescita dei salari è sostanzialmente data dall’incrocio tra domanda e offerta – dice Carlo Albanese - A dare la maggiore spinta per il rialzo dei salari è il settore automotive, che anche grazie alla parziale svalutazione della corona ha registrato un incremento molto forte di produzione e ordini. Nel settore pubblico i salari crescono molto al di sopra del puro adeguamento al costo della vita, poiché l’inflazione è ferma allo 0,4%. Bisogna quindi valutare se gli aumenti sono coperti da un incremento produttivo della macchina pubblica. In alcun settori come la sanità pubblica, però, le remunerazioni di partenza erano molto basse”.

Oltre alla crescita dei salari, la Repubblica Ceca registra uno dei tassi di disoccupazione più ridotti nell’Unione Europea con solo il 5,4% dei lavoratori in cerca di un impiego. Sebbene a livello regionale le differenze rimangano sensibili, anche le regioni con il maggior numero di disoccupati mantengono un tasso di disoccupazione largamente inferiore al dieci percento. “Il tasso di disoccupazione tra uomini con età tra i 15 e i 64 anni è fermo al 3,6%. In questo caso siamo praticamente in un regime di piena occupazione”, nota Carlo Albanese.

Al contempo gli Uffici dell’Impiego registrano circa 135 mila posizioni vacanti soprattutto nei settori dell’industria. Il Governo sta adottando nuovi provvedimenti che permettano il rilascio più facile di visti d’ingresso per motivi di lavoro per i cittadini dell’Ucraina, già presenti in numero significativo in alcuni settori economici come l’edilizia. Tuttavia i tempi rimangono ancora incerti. “Per questo motivo sta aumentando la presenza di lavoratori stranieri provenienti dalla Bulgaria e dalla Romania. Spesso tuttavia le condizioni di lavoro di questi dipendenti sono ben al di sotto degli standard minimi. La stessa Repubblica Ceca non dispone spesso di infrastrutture sufficienti per l’integrazione e l’accoglienza dei lavoratori provenienti da questi Paesi. Per i disoccupati dei Paesi dell’Europa meridionale, che registrano un alto tasso di disoccupazione, possono risultare interessanti posizioni lavorative per ingegneri o costruttori, particolarmente adatte ad esempio per i neolaureati in cerca di prime esperienze professionali. Le occupazioni nella produzione sono invece ancora troppo poco redditizie per risultare interessanti per i disoccupati in Europa meridionale e occidentale”, aggiunge Carlo Albanese.

Loading…