Le imprese ceche sembrano a favore della riforma dei buoni pasto. Lo indica un'indagine tra 800 aziende associate alla Camera di Commercio Ceca.
Il tema estivo lanciato dal ministro delle finanze Alena Schillerová sembra avere suscitato reazioni positive tra le aziende. Oltre il novanta percento delle aziende invoca un cambiamento dell'attuale sistema ritenuto troppo dispendioso e macchinoso. Circa il settanta percento delle aziende si dice inoltre d'accordo sulla proposta di istituire un costo forfettario per l'alimentazione dei dipendenti, grazie al quale le imprese potrebbero pagare la quota per l'alimentazione anche in moneta corrente. In questo modo non sarebbe più obbligatorio usare i buoni pasto (o avere una mensa alimentare) per accedere ai benefici fiscali previsti per il pasto dei dipendenti nell'ambito dell'orario di lavoro. I sistemi attualmente in vigore, ossia la mensa o i buoni, rimarrebbero comunque a disposizione delle aziende. «Un quarto degli intervistati ritiene reale il rischio che i dipendenti usino i soldi per l'alimentazione per altri scopi» indica la Camera di Commercio Ceco. Ciò tuttavia accade in parte anche con i buoni pasti che vengono usati per acquistare alimenti o pasti fuori dall'orario di lavoro.
Nonostante il fatto, che il Ministero delle Finanze non prevede una modifica della deducibilità dei costi per l'alimentazione dei dipendenti, la modifica avrebbe comunque una ricaduta sulle casse statali. Senza l'obbligo di usare il sistema dei buoni potrebbero godere del versamento per il pasto un milione di dipendenti in più, soprattutto nelle piccole e piccolissime aziende. Sul versante degli introiti questo significherebbe sette miliardi di corone di minor gettito fiscale, stima il Ministero delle Finanze.
Fonte: www.komora.cz
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