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07.12.2016

Ivan Hronec: il pubblico ceco non sa cosa immaginarsi sotto la categoria “film italiano”

I distributori hanno una posizione privilegiata per osservare gli sviluppi cinematografici essendo operatori che devono unire qualità culturali di un'opera alle preferenze degli spettatori. Ciò vale particolarmente per i distributori di nicchia, tra i quali anche Film Europe Media Company. Nel corso della presentazione di Mittelcinemafest abbiamo chiesto a Ivan Hronec, Ceo di Film Europe, del rapporto tra il pubblico ceco e i film italiani.

Qual è il rapporto tra gli spettatori cechi e i film italiani?

Le generazioni più anziane degli spettatori hanno punti di riferimento nei film trasmessi dalla tv pubblica. Si tratta di un'eredità del passato, in quanto il regime comunista trovava accettabil i i film italiani sotto il profilo ideologico e pertanto li distribuiva. Tuttavia queste generazioni vanno raramente al cinema. Alle generazioni più giovani manca questo punto di riferimento, perché la produzione cinematografica italiana non ha avuto un approccio di marketing così aggressivo come quello americano, scandinavo o francese. Pertanto la maggioranza degli spettatori cechi non sa cosa immaginarsi sotto la categoria di film italiano.

Che impatto può avere il successo internazionale di alcuni registi italiani come Paolo Sorrentino?

Grazie a Paolo Sorrentino gli spettatori tornano a farsi un'idea, su cosa significhi la buona cinematografia italiana. Forse è una visuale un poco stretta, perchè l'Italia ha altri registi molto bravi, tra cui Marco Bellocchio o Paolo Genovese, i cui film verranno proiettati al festival. Ma Sorrentino sta formando quel punto di riferimento che mancava. Inoltre si tratta di un regista piuttosto versatile, come mostra il serial The Young Pope, che è scritto in inglese ma si svolge nella realtà italiana.

Lei sostiene che il cinema italiano debba formarsi un brand. Basterà Sorrentino per farlo?

Sorrentino certamente non riassume tutto il cinema italiano, ma è meglio di nulla. Ogni cultura forte produce una quantità di variazione e nessuna variazione ha avuto un impatto all'estero così forte come Sorrentino con la sua Grande Bellezza..

Ma non si corre il rischio di mettere in ombra altri registi importanti come Garrone, Salvatores...

Bisogna definire la visuale. Come uomo di cultura posso trovare non corretto, che Garrone, Paolo Virzì, Genovese, Gianfranco Rosi e altri bravi registi italiani non abbiano trovato una visibilità così alta come Paolo Sorrentino. Ma dall'altra in questo gruppo di registi importanti sta la forza del cinema italiano.

Anche nel cinema italiano capita che da film di successo venga tratta una serie TV. E' il caso di Gomorra, che è stata trasmessa anche dalla tv pubblica ceca. Come valuta questo trend?

E' il segno di un cinema all'altezza, che dispone di buone infrastrutture. Una buona cinematografia dovrebbe essere capace di mantenere un buon livello di qualità nei settori dei film documentari, di quelli recitati, dei cortometraggi, di serie TV e di contenuti TV generalisti. Un buon equilibrio è stato raggiunto in questo senso dal cinema scandinavo. All'Italia è mancato questo equilibro, che però si sta ristabilendo grazie a nuove collaborazioni internazionali. Molto importanti per questo habitat culturale sono anche la presenza di importanti festivals internazionali, di reti di distribuzione aperti a diversi generi, di forti televisioni, capaci di replicare ciò che piace e allo stesso tempo di innovare.

Fonte: Camic

Fonte Fotografia: Film Europe Media Company

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