Resultati di ricerca...
  • cs
  • it
close

Login

News

02.04.2017

L’autonomia dei giudici della Repubblica Ceca: l’opinione del Presidente della Corte Suprema Ceca

Uno dei temi al centro del vertice tra i rappresentanti dei sistemi giudiziari italiano e ceco tenutosi all'Ambasciata d'Italia venerdì 31 marzo, è stata l'autonomia dei giudici. La Repubblica Ceca ha un ritardo storico in questo campo non esistendo un organo di autogoverno come il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) in Italia. Ci siamo confrontati  su questo tema con il presidente della Corte Suprema Pavel Šámal.

Presidente Šámal, quali saranno i campi di collaborazione con i vostri colleghi italiani?

«Sono molto contento di aver potuto incontrare il vicepresidente del CSM Giovanni Legnini e il primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio. In questo incontro abbiamo fissato i paletti della nostra collaborazione. Ho anche accettato l'invito di venire a Roma con altri rappresentanti della giustizia ceca per concretizzare la nostra collaborazione. Tra i settori più promettenti ritengo quello del giudicato, dove abbiamo concordato con il presidente Canzio una pubblicazione reciproca per i professionisti del settore delle decisioni più importanti prese in Italia e in Repubblica Ceca. Si tratterà non solo di sentenze collegate al giudicato della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ma anche delle sentenze nazionali riguardanti l'economia, i diritti sociali, quelli umani e il diritto famigliare. Penso che questo tipo di collaborazione è molto importante. Un altro ambito rilevante riguarda il personale giudiziario, e non solo la valutazione dell'operato dei giudici. A conseguenza del fatto che in Repubblica Ceca manca un  organismo simile al CSM italiano, non abbiamo neppure un sistema di valutazione dei giudizi. Al contrario in Italia esiste un sistema ben rodato e noi possiamo fare riferimento a questa esperienza».

 

La costituzione di un organo di autogoverno dei giudici è una questione rilevante per il sistema giudiziario ceco?

«La questione dell’organo di autogoverno è un tema costantemente trattato da me, dal presidente della Corte Suprema Amministrativa (il Consiglio di Stato ceco, ndr.) e dal presidente della Corte Costituzionale. L'assenza di un tale organo non giova soltanto ai rapporti tra il sistema giudiziario e il parlamento e il potere esecutivo, ma anche ai rapporti internazionali, in quanto la maggioranza dei Paesi europei ha tale organo. La costituzione dell'organo di governo non riguarda soltanto la rappresentanza dei giudici. Importante è migliorare la giustizia. Ed è esattamente l'opposto di quanto sostenuto da coloro, secondo i quali un tale organo porterebbe alla chiusura del sistema giudiziario. L'esperienza in Italia e in altri Paesi europei, mostra che la presenza di un organo di autogoverno porta a una maggiore trasparenza e apertura del sistema giudiziario».

 

Ma anche il CSM è oggetto di critiche in Italia. Uno dei temi è la presenza nel Consiglio sia dei giudici che dei pubblici ministeri...

«Quello è il modello italiano e ogni modello è suscettibile a critiche. Anche in Repubblica Ceca è aperta la questione se i pubblici ministeri debbano restare sotto controllo del potere esecutivo o passare sotto quello giudiziario come è solito in molti Paesi. Tuttavia, la nostra proposta di costituzione dell'organo dell'autogoverno con contempla la presenza anche dei pubblici ministeri. Per me la maggiore fonte di ispirazione consiste nel fatto che un Consiglio Superiore della Magistratura garantisce l'autonomia della giustizia. Un tale Consiglio fa da zona di cuscinetto tra i giudici e il parlamento o il potere esecutivo. Un tale organo può spiegare alla pubblica opinione e ai giornalisti le ragioni di una decisione giudiziarie oppure anche sconfessarle avviando un provvedimento disciplinare. In ogni caso non credo sia bene che la decisione venga spiegata dal giudice che l'ha presa. Il Consiglio può anche mettere un giudizio sul comportamento dei giudici basandosi su un codice etico. Talvolta si parla di situazioni, in cui un giudice va a pranzo con qualcuno o partecipa a un evento. Ma se ne parla solo senza decidere se tale comportamento è giusto o meno, perché manca un organo che possa giudicarlo. Spesso viene sostenuto che l'organo di autogoverno servirebbe solo a difendere gli interessi dei giudici. Ma non è così semplice. La nostra proposta prevede che metà dei componenti siano dei laici non giudici. Ciò al contrario renderebbe più aperto il funzionamento del sistema giudiziario».

 

Fonte: Camic

Fonte fotografia: zpravy.e15.cz

Loading…