L’oscillazione nel cambio tra la corona ceca e le principali valute mondiali rimane in vetta tra i fattori considerati di maggiore rischio dalle piccole e medie aziende ceche attive nelle esportazioni. Lo indica un'indagine condotta tra le PMI esportatrici dal il Ministero dell’Industria e del Commercio ceco.
Nella classifica dei fattori più temuti sono in vetta, con il 21% delle preferenze, i rischi legati al cambio valutario. «Le imprese hanno già in parte imparato a gestire questa problematica, che tuttavia continua a rimanere uno dei nodi critici nel commercio estero» nota l'Associazione delle PMI ceche l’AMSP. In forte aumento anche le preoccupazioni legate ai costi e ai costi di trasporto, che sono state evidenziate dal 17% delle aziende intervistate. Tra i principali timori seguono a poca distanza anche il carico burocratico, la regolamentazione eccessiva e le barriere doganali.
Anche le PMI ceche sono fortemente orientate verso i mercati dell'Unione Europea, con cui dichiara di collaborare il 97% delle aziende esportatrici. La top ten dei maggiori mercati è occupata da Paesi membri dell'UE, ad eccezione della Russia. L'Italia è settima con uno share del sei percento, mentre in vetta alla classifica c'è la Germania con uno share del 45% seguita dalla Slovacchia con il 31%. A prevalere sono le vendite verso altre aziende, con l'81% del volume complessivo, mentre le vendite al consumatore rappresentano solo il 14% del volume.
Per esportare le piccole medie aziende si avvalgono nell'ottanta percento dei casi alle competenze del proprio personale. Solo il trenta percento delle PMI ricorre anche a strutture terze. Tra le strutture esterne a cui si rivolgono maggiormente le PMI, ci sono le banche, l'agenzia governativa CzechTrade e il Ministero dell'Industria e del Commercio ceco. Circa il venti percento delle aziende ha dichiarato di aver usufruito anche dei servizi offerti dalle associazioni d'impresa e dalle Camere di Commercio.
Fonte: amsp.cz
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