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14.11.2018

Politica ceca scossa dal caso di presunto sequestro del figlio del premier Babiš

L’affaire sui finanziamenti europei indebiti al resort di lusso Nido della Cicogna riconducibile al premier Andrej Babiš si ripresenta all’attenzione del pubblico.

Da un reportage del portale Seznamzpravy.cz emerge che il primo figlio del premier Andrej Babiš, Andrej Babiš junior, sarebbe stato allontanato dalla Repubblica Ceca dai collaboratori di suo padre. L’allontanamento non sarebbe stato del tutto consenziente, in quanto Babiš junior inviò una missiva elettronica alla polizia ceca sostenendo di essere tenuto sotto sequestro in Crimea, all’epoca già occupata dall’esercito russo. Il sequestratore sarebbe stato uno degli autisti del gruppo Agrofert e marito di una delle collaboratrici di Babiš senior, Petr Protopopov. Sua moglie, Dita Protopopová, ha poi elaborato un rapporto secondo il quale il figlio del premier soffrirebbe di disturbi psichici e sarebbe quindi impedito a testimoniare nell’affaire Nido della Cicogna. «Hanno abusato della volontà di mio padre di farmi sparire», ha sostenuto davanti ai reporter del portale Andrej Babiš junior.

Il figlio primogenito di Babiš sarebbe stato, assieme a sua sorella Andrea, uno degli azionisti del Nido della Cicogna nel lasso di tempo in cui l’azienda era stata spostata fuori dal perimetro del gruppo Agrofert per soddisfare i criteri di una piccola/media azienda e ottenere di conseguenza i finanziamenti europei. In un’e-mail ai giornalisti di Seznamzpravy, il figlio del premier ha confermato di aver firmato dei documenti riguardanti il resort di lusso, senza però specificare il contenuto e il tipo dei documenti. Visto il loro diretto coinvolgimento, i figli del premier sono stati messi sotto indagine penale per frode assieme al padre. Secondo le dichiarazioni del premier, anche sua figlia avrebbe gravi disturbi psichici. La polizia ha cercato di interrogare Babiš junior, che attualmente vive in Svizzera e ha la cittadinanza elvetica, ma finora senza successo.

In reazione ai sospetti sul possibile sequestro di Andrej Babiš junior, i partiti dell’opposizione depositeranno una mozione di sfiducia nei confronti del governo. Per la prima volta si aggrega all’opposizione anche la formazione di estrema destra Spd, del deputato Tomio Okamura. In questo modo i voti a disposizione dell’opposizione salgono a 92. Per sfiduciare un governo serve tuttavia una maggioranza assoluta, ossia 101 voti. L’anello debole potrebbero essere alcuni franchi tiratori nel gruppo socialdemocratico, spaccato fin da subito sull’appoggio al governo Babiš. I socialdemocratici dovrebbero decidere su come procedere dopo l’incontro tra il presidente del partito Jan Hamáček e il premier.

Il premier invece rifiuta ogni addebito. Secondo Babiš, che ieri ha partecipato alla conferenza sulla Libia a Palermo, le rivelazioni di Seznamzpravy sarebbero un caso di sciacallaggio mediatico, visto lo stato di salute mentale di Andrej Babiš junior. «Mio figlio non è stato sequestrato, ma ha lasciato il paese di sua spontanea volontà e questo è stato accertato anche dalle indagini della polizia», ha detto il premier. In seguito ai fatti emersi nel servizio giornalistico, la polizia si è detta pronta a riaprire le indagini per verificare di nuovo l’ipotesi del sequestro. Ha invece rifiutato di rilasciare dichiarazioni Petr Protopopov, mentre sua moglie Dita si è dimessa dal mandato di consigliere comunale a Praga 8, dove è stata eletta nelle fila di Ano negli scrutini municipali dell’ottobre scorso.

Fonte: www.seznamzpravy.cz

Fonte fotografia: vláda.cz

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