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14.04.2021

Verso una crisi di governo?

Il partito comunista ha dichiarato martedì 13 aprile che non sosterrà più l’esecutivo di minoranza guidato dal premier Andrej Babiš. Il governo ceco ha perso in questo modo la maggioranza nella Camera dei Deputati.

I comunisti hanno dichiarato di essere disposti a votare la sfiducia, qualora gli altri partiti dell’opposizione ne facciano richiesta. Per sfiduciare un governo è necessario il voto della maggioranza assoluta dei 101 deputati. Nonostante sulla carta l’opposizione abbia con i comunisti a disposizione i voti necessari, alcuni partiti temono il voto di sfiducia. Ad esempio i Pirati, sempre molto critici con l’esecutivo, hanno fatto sapere che non vedono il motivo per votare una mozione in tal senso. Secondo loro la caduta del governo Babiš aprirebbe lo spazio per un esecutivo del presidente, che rimarrebbe in carica fino alle elezioni parlamentari previste per ottobre. Secondo i politologi è pertanto poco probabile che il governo venga ora mandato a casa, scrive l’Agenzia di Stampa Ceca.

Dopo il recente avvicendamento alla testa del ministero della Salute il governo attende un altro cambiamento. Lunedì è stato revocato l’incarico al ministro degli esteri Tomáš Petříček. La revoca è il risultato del congresso del Partito socialdemocratico, in cui l’ex ministro degli esteri aveva criticato l’esperienza di governo con Babiš e aveva sfidato il vicepremier Jan Hamáček nell’elezione del nuovo segretario. Hamáček ha tuttavia vinto la sfida ottenendo la maggioranza dei voti al primo turno. Il nuovo ministro degli esteri dovrebbe diventare il sottosegretario agli esteri Jakub Kulhánek.

Fonte: ct24.ceskatelevize.cz

Fonte fotografia: vlada.cz

 

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