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19.02.2020

Corte Costituzionale conferma la legge sul conflitto d’interesse

La Corte Costituzionale ceca ha confermato senza modifiche la legge sul conflitto d'interesse.

La Corte si è occupata della legge in seguito ai due esposti arrivati da un gruppo di parlamentari e dal Presidente della Repubblica. Secondo i giudici costituzionali, tuttavia, le mozioni sollevate dai ricorrenti sono risultate prive di fondamento. I giudici hanno infatti rigettato l'ipotesi che la legge fosse contra personam, ossia scritta su misura dell'allora ex ministro delle Finanze, e attuale premier, Andrej Babiš. «È tra gli obblighi di uno Stato democratico di diritto creare le condizioni affinché un funzionario pubblico possa esercitare la sua funzione, ma è altresì necessario impedirgli l'esercizio del potere affidato per fini personali» così la Corte ha difeso la ragion d'essere della legge. I giudici non hanno trovato fondata neppure l’istanza secondo cui la normativa sul conflitto d'interesse costituisse una discriminazione per censo.

La legge sul conflitto d'interesse è stata approvata nel 2017 e prevede che le imprese di proprietà, anche parziale, di un membro del governo non possano partecipare a bandi pubblici e ricevere sovvenzioni, oltre a quelle che le spettano di diritto. La legge, inoltre, impedisce ai membri del governo di possedere società le cui attività siano i mezzi d'informazione. Per questo Andrej Babiš ha fatto confluire le sue aziende in un fondo fiduciario, una soluzione ritenuta insoddisfacente da una parte dell'opposizione.

Fonte: www.usoud.cz

Fonte fotografia: usoud.cz

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