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12.06.2017

I soci Camic hanno discusso dei vincoli architettonici a Praga

Lunedì 12 giugno si è svolto il dibattito con Jiří Skalický, direttore del dipartimento per la Tutela dei Beni storici e culturali del Comune di Praga Capitale, organizzato dal Gruppo Immobiliare della Camera Italo-Ceca.

Il convegno è stato aperto dall'intervento del vicepresidente Danilo Manghi. «Già da due anni il Gruppo Immobiliare organizza incontri, in cui i nostri soci possono dibattere direttamente con i responsabili politici e tecnici di Praga», ha sottolineato Manghi. Le iniziative del Gruppo Immobiliare sono apprezzate anche dall'ambasciatore italiano Aldo Amati, che era presente all’incontro, e secondo il quale queste attività «sono d'aiuto ad ogni imprenditore italiano, attivo nel centro di Praga. Vorrei anche ringraziare il dipartimento e il direttore Skalický per l'ottima collaborazione durante il restauro della Cappella degli Italiani, in via Karlova, uno dei gioielli lasciati in questa città da costruttori italiani» ha aggiunto l'ambasciatore.

Il Dipartimento per la Tutela dei Beni storici e culturali del Comune di Praga è tra gli uffici chiave per tutti coloro che vogliano fare interventi e lavori edilizi nell'Area Protetta del Centro di Praga e nelle zone di protezione allargate. Ogni intervento edilizio, quali i lavori sulla facciata o sul tetto, la ristrutturazione degli interni, le demolizioni o le costruzioni di nuovi edifici, deve essere autorizzato dal Dipartimento. «Apprezzo molto questa possibilità di parlare direttamente con gli investitori che vogliono sviluppare le proprie attività nel centro di Praga», sostiene Jiří Skalický a proposito dell’argomento durante il dibattito con i soci Camic.

L'attività del Dipartimento di Tutela è regolata dalla Legge 20/1997 sulla Tutela dei Beni culturali. «Ma la legge è poco definita» ha aggiunto Skalický. In questo modo i funzionari possono decidere diversamente anche in casi simili aumentando l'incertezza degli investitori. Il direttore del dipartimento ha quindi specificato che «cerchiamo di rendere più oggettive le direttive della legge, usando un metodo comune che imponga come ci si debba comportare per gli interventi nell'Area Protetta». Il manuale, che è accessibile anche per gli investitori, dovrebbe aiutare nella fase di preparazione dei progetti, e dovrebbe ridurre fortemente le decisioni aleatorie degli uffici, eliminando quindi gli spazi in cui potrebbe insinuarsi la corruzione. Oltre alla legislazione nazionale, i funzionari del dipartimento devono tenere conto anche di regolamenti sovranazionali: il centro di Praga, infatti, è sottoposto ai vincoli dell’Unesco. «In questo modo siamo sottoposti a regole molto severe» ha indicato Skalický.

Un'altra difficoltà che devono affrontare gli investitori, è il sistema binario di tutela, definito così dal direttore Skalický: «La parte tecnica della tutela è esercitata dall'Istituto per la Tutela Nazionale (NPÚ, Národní památkový ústav), mentre noi rappresentiamo gli interessi dello Stato nell'ambito del trasferimento dei poteri alle amministrazioni locali». Quindi, i progetti proposti al Dipartimento vengono sottoposti ad una perizia dell'Istituto di Tutela. Tale rapporto non è però vincolante per la decisione finale del Dipartimento. E' possibile anche ricorrere al Ministero della Cultura ed in casi più complicati o controversi può, infine, intervenire con una perizia anche il Collegio dei Consiglieri del direttore del Dipartimento che è formato da architetti e storici d'arte. «Sottoponiamo al collegio i casi in cui non vi è un parere univoco che contribuisca positivamente all'Area Protetta. Vengono discussi nel Collegio uno o due casi al mese» ha specificato il direttore. Secondo Skalický la perizia del Collegio può avere un ruolo significativo, qualora ci siano ricorsi al Ministero della Cultura in cui si registra una forte divergenza di valutazione tra il Dipartimento e l'Istituto di Tutela.

Durante la discussione sono stati sollevati dubbi riguardanti i tempi di rilascio delle autorizzazioni. «Nel nostro dipartimento lavorano 45 persone e ogni anno risolviamo nove mila pratiche, ovvero una pratica al giorno per persona», ha spiegato Jiří Skalický. Le lungaggini possono essere in parte evitate tramite consultazioni con il dipartimento nella fase preparatoria del progetto. Altri ritardi tuttavia riguardano la Legge Edilizia e non la Tutela di Beni Architettonici.

Com’è vista la gestione dell'Area Protetta del Centro di Praga dal direttore del Dipartimento di Tutela? Riguardo all'approccio dell'ufficio sui divieti, Skalický sostiene che «Noi non vogliamo impedire i progetti, cerchiamo di trovare un accordo prima di emettere divieti». Il dipartimento cerca di mantenere l'autenticità della morfologia del centro della capitale, di regolare l’utilizzo dei materiali e dei colori delle facciate, di conservare i panorami dei tetti praghesi e di influenzare gli arredi pubblico. Una parte di spese extra per la ristrutturazione degli immobili può essere recuperata con le sovvenzioni fornite dal comune di Praga Capitale. Quest'ultimo ha stanziato quest'anno per il recupero degli immobili storici un budget di sessanta milioni di corone. «Nell'Area Protetta c'è ancora spazio per nuovi immobili» ha aggiunto Jiří Skalický indicando esempi quali il complesso amministrativo nella zona di Masarykovo nádraží. «Molte volte gli architetti vogliono lasciare un loro segno, una loro firma senza curarsi del contesto urbano circostante» ha indicato Skalický come uno dei difetti più ricorrenti dei nuovi progetti. Lo sforzo congiunto del dipartimento e delle amministrazioni locali è di «non bloccare lo sviluppo della città»e di arginare l'esodo dei residenti nel centro di Praga.

I problemi, però, non riguardano solo gli investitori privati. Il progetto di rivitalizzazione di piazza Venceslao è stato elaborato nel 2003, ma l'approvazione è bloccata a causa delle rampe d'accesso per i parcheggi sotterranei. Questi erano stati autorizzati dal direttore precedente del dipartimento ma diverse associazioni civiche hanno fatto ricorso contro tale decisione. Dopo lungo tempo il nodo gordiano dovrebbe essere stato sciolto dal Ministro della cultura Daniel Herman. «Speriamo che il ministro non aspetti che passino le elezioni per prendere una decisione» ha detto Skalický riguardo a questo che è uno dei progetti più attesi della riqualificazione urbana di Praga.

Fonte: Camic

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