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21.03.2016

Biopharm, leader nei vaccini

Biopharm è un'importante realtà di ricerca e produzione di vaccini e farmaci a uso veterinario. Con sede a Jilove u Prahy produce vaccini esportati in più di cinquanta Paesi nel mondo. Abbiamo parlato di questa realtà produttiva con Achille Bucci, direttore di sviluppo della società.

Dr. Bucci, quali sono le attività di Biopharm?

La principale attività della nostra azienda è la ricerca su commissione e lo studio di casi clinici per conto di aziende farmaceutiche di tutto il mondo. Il nostro laboratorio testa nuovi farmaci e vaccini. Il grande vantaggio è che le regole per i test sono ormai ampiamente uniformate, quindi possiamo offrire i nostri servizi a committenti esteri con grande facilità. Biopharm fa anche ricerca di base.

L'azienda si rivolge quindi a un mercato globale...

Per quanto riguarda la produzione e vendita dei vaccini sì. Nel campo degli studi clini si tratta soprattutto del mercato europeo, dove le norme sono ormai pienamente uniformate. Nel nord America le norme sono piuttosto diverse, mentre nel resto del mondo spesso non esistono. La nostra azienda è fortemente competitiva a livello internazionale sia per il prezzo dei servizi ma soprattutto per la qualità, che è un elemento chiave in un settore ad alto valore aggiunto come la produzione farmaceutica o gli studi clinici.

Siete attivi anche nel mercato ceco?

Nel mercato ceco vendiamo sia i nostri prodotti sia quelli dei nostri partners. Si tratta però di un mercato difficile, in quanto, a parte il pollame, la popolazione di suini e bovini è in netto calo.

Biopharm sviluppa anche prodotti propri?

Esattamente. Il nostro prodotto più importante è un vaccino per polli, che esportiamo in più di cinquanta Paesi nel mondo. Si tratta di un prodotto, che pur essendo in produzione da anni, ha ancora un grande potenziale di crescita. Si stima che meno del 10% dei polli sia vaccinato, un numero in continua crescita. Speriamo che la ricerca di base condotta dai nostri laboratori porti ad altri prodotti di successo. Si tratta di ricerca pura, quindi i risultati concreti non sono mai pienamente prevedibili.

Lei registra qualche trend importante nell'uso di farmaci su animali da allevamento?

I principali trend sono sostanzialmente due. Da una parte in tutta Europa si cerca di limitare l'uso degli antibiotici sostituendoli con farmaci non antibiotici, che hanno meno effetti collaterali. Questo trend è spinto fortemente sia dalla legislazione, che limita sempre di più la presenza residua degli antibiotici nella carne, sia dalle preferenze dei clienti o delle grandi catene di distribuzione. Un trend complementare è poi la sostituzione dei farmaci con vaccini, il cui impatto è ancora minore. Il vaccino non ha problemi di quantità residue nella carne o di periodi di sospensione. Inoltre i vaccini sono spendibili anche in produzioni alternative come il biologico. In fondo prevenire è sempre meglio di curare.

Nell'industria è abbastanza forte il problema di reperibilità della forza lavoro specializzata. Voi quale esperienza avete in questo campo?

Sostanzialmente condividiamo queste difficoltà. Per lo più impieghiamo lavoratori fortemente specializzati, a parte le poche persone che seguono gli animali in stalla. Inoltre la produzione veterinaria da sempre deve competere con la produzione farmaceutica per persone, che solitamente ha margini di profitto molto più alti. Nella nostra azienda abbiamo molte persone in età di prepensionamento. Nei prossimi anni quindi si porrà la questione del ricambio generazionale.

L'azienda ha festeggiato nel 2015 i cinquant'anni di attività. Quali sono le prospettive per il futuro?

L'azienda ha prospettive di crescita e sicuramente punterà con molti investimenti sullo sviluppo e sulla produzione di propri vaccini, che già oggi rappresentano la prima fonte di guadagno. Si tratta di un settore molto promettente, perché aumenterà la misura di vaccinazione e la popolazione di animali. Un'altra sfida sarà affrontare con successo il ricambio generazionale, di cui ho parlato prima. Non prevediamo invece di fare acquisizioni aziendali, anche perché i nostri concorrenti internazionali sono molto più grandi di noi.

Fonte fotografia: Biopharm

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