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05.08.2021

DOpla: rivoluzione dalla direttiva UE per il monouso

Nel mese di luglio è entrata in vigore nell’Unione Europea la nuova direttiva che bandisce la produzione di alcuni oggetti monouso in plastica.  La nuova normativa rappresenta un passaggio significativo per le aziende del settore. Tra queste c’è il gruppo italiano DOpla, la cui società controllata ceca DOpla PAP a.s. è associata alla Camera di Commercio e dell’Industria Italo-Ceca. Ne abbiamo parlato con Giorgio Elefante, direttore generale del gruppo.

La vostra azienda come ha reagito alla nuova normativa europea?

La Direttiva 904/2019 “SUP-Single Use Plastics” intercetta un trend di maggior sensibilità all’impatto ambientale dei consumi di cibi e bevande.  DOpla è stata pioniera in Europa nel settore delle stoviglie monouso in plastica.  Negli ultimi anni, DOpla ha mantenuto fede alla sua tradizione di innovazione e ha intrapreso un percorso di trasformazione industriale investendo ingenti risorse nell’utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili, come la fibra di cellulosa e la carta, o come le bioplastiche compostabili.  Così è stato possibile realizzare prodotti in grado di dare risposte concrete e qualitativamente idonee all’esigenza del consumo di cibi e bevande in condizioni igieniche e pratiche.  Tutti i prodotti vengono realizzati negli stabilimenti europei del Gruppo, creando occupazione in Repubblica Ceca e in Spagna, oltre che in Italia. Un grande impegno da parte nostra iniziato ben prima che si rivelasse necessario o obbligatorio.  Altri operatori sono “saliti sulle barricate” esclusivamente in difesa della plastica.  La nostra scelta è stata di volgere lo sguaro verso la sostenibilità e l’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi.

Lo stabilimento di Sušice che ruolo ha avuto in questo contesto?

Nella prima metà dello scorso decennio si è avviata la produzione di stoviglie in fibra naturale a Sušice e ancora oggi il Gruppo DOpla è l’unico produttore europeo su scala industriale di questi prodotti.  Dopo la metà del decennio scorso si è avviata la produzione delle referenze in bioplastica nelle diverse realtà del Gruppo e, a inizio 2019, a Sušice (che ha svolto un ruolo “pilota” all’interno del Gruppo DOpla per l’innovazione) si è dato avvio alle produzioni di bicchieri in carta che nel corso del medesimo anno si sono estese anche agli altri siti industriali.

La Repubblica Ceca è in ritardo nel recepire la normativa europea e non ha ancora adottato la legge che contiene le disposizioni della direttiva. Questo per voi rappresenta una difficoltà?

La più grave difficoltà che incontriamo oggi sul fronte regolatorio in Europa riguarda la frammentazione del Mercato Unico.  Diversi elementi contribuiscono a creare difficoltà.  Innanzitutto, la normativa applicabile ai materiali innovativi utilizzati per le stoviglie in termini di idoneità al contatto alimentare non è unica e omogenea a livello Europeo.  Inoltre, il difforme e asincrono recepimento della direttiva SUP tra gli Stati Membri ha prodotto un patchwork normativo in virtù del quale da una parte alcuni prodotti sono stati banditi in alcuni Stati, dall’altra viceversa altri prodotti sono apparentemente ammessi in altri Stati membri. Il ritardo della Repubblica Ceca nel recepimento della normativa non è quindi un caso isolato. Tutto ciò ha portato a uno stato di confusione registrato presso tanti clienti, inclusi i primari gruppi internazionali della distribuzione. I chiarimenti necessari hanno tardato ad arrivare per mesi. Molte scelte di composizione dell’assortimento sono state dunque realizzate solo in ultimo, rendendo problematico il rispetto dei tempi di realizzazione delle nuove referenze.  Inoltre, l’andamento dei costi delle materie prime e la penuria delle stesse hanno ulteriormente complicato una situazione già complessa.

Come prevede che si evolverà il quadro normativo nei prossimi anni? E il settore come si sta preparando al futuro?

La turbativa introdotta dal Covid-19 ha generato, per un certo periodo almeno, un’acuta attenzione alla igiene nel trattamento di cibi e bevande.  Con il rilassamento delle limitazioni dei lockdown, i comportamenti dei distributori e dei ristoratori e la sensibilità dei consumatori, potranno tendere a ritornare progressivamente alle condizioni precedenti.  La nostra interpretazione del mercato è che le esigenze connesse al consumo di cibi e bevande in condizioni di praticità (in contesti domestici o affini, così come outdoor), di economicità e di gradevolezza non verranno certamente meno in futuro. Appena possibile torneranno occasioni di socialità “in presenza” con svariate forme di assembramento (uffici, mense e ambiti professionali, spettacoli ed eventi culturali, strutture di divertimento e intrattenimento, sport e altri eventi aggregativi in genere). In tali contesti sarà necessario disporre di forme pratiche per agevolare il consumo in grandi volumi di cibi e bevande.

Il nostro settore ha la grande responsabilità di realizzare prodotti effettivamente riciclabili e compostabili, adottando materiali idonei allo scopo e certificando i prodotti per assicurarne l’idoneità al contatto alimentare, la riciclabilità e la compostabilità.  Noi abbiamo lavorato e stiamo ancora lavorando sodo per questo, con Ricerca e Sviluppo, Qualità e investimenti tecnologici.  Perché questi sforzi possano risultare efficaci, però, è indispensabile un approccio di sistema: se un prodotto è riciclabile, deve essere effettivamente riciclato, se un prodotto è compostabile, deve essere effettivamente compostato. Oltre ai prodotti vanno sensibilizzati gli utilizzatori. Quanto visto nelle piazze dopo le partite degli Europei o in alcune spiagge affollate dimostra che oltre ai prodotti sostenibili servono efficaci programmi educativi e immediati controlli per evitare e sanzionare comportamenti deliberatamente inquinanti.  A tutti noi interessa la tutela del nostro pianeta, perché ad oggi non ne abbiamo un altro da abitare.

 

Fonte: Camic

Fonte fotografia: DOpla PAP

 

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